Oggi, 22 Marzo, la Chiesa cattolica celebra Santa Lea di Roma, una donna che visse durante il IV secolo e che fu ammirata per la sua vita di preghiera e di carità.
Poco si sa della vita di Santa Lea, ma sappiamo che nacque a Roma intorno al 340 e che proveniva da una famiglia nobile. Fu battezzata da San Liberio, che era allora il vescovo di Roma, e fin dalla giovane età dimostrò una forte inclinazione alla vita religiosa.
Santa Lea visse in un periodo di grande turbolenza per la Chiesa romana, quando il cristianesimo era ancora in fase di affermazione e di consolidamento. Molte correnti teologiche si confrontavano tra di loro, dando vita a spesso aspri dibattiti e a conflitti.
Nonostante ciò, Santa Lea si distinse per la sua grande fede e per la sua capacità di mettere in pratica i valori evangelici della solidarietà e dell’amore per il prossimo. Divenne infatti una delle figure più importanti della comunità cristiana romana del suo tempo, tanto da essere chiamata “madre dei poveri”.
Santa Lea dedicò gran parte della sua vita alla preghiera e alla meditazione, vivendo in una casa vicino alla Basilica di San Giovanni in Laterano, il cui rettore era suo fratello Marcellino. Qui accoglieva e assisteva i poveri, i malati e i bisognosi, dando loro cibo, vestiti e conforto.
Santa Lea ebbe anche un forte legame con San Gerolamo, uno dei più grandi studiosi e teologi della Chiesa, che visse a Roma per molti anni. I due si scambiarono numerose lettere, in cui discutevano di temi teologici e di spiritualità. San Gerolamo, in una di queste lettere, la definì “una madre di misericordia, una madre dei poveri, un sostegno della Chiesa”.
Santa Lea morì intorno al 384 e fu sepolta nella Basilica di San Giovanni in Laterano. Fu in seguito venerata come santa e il suo culto si diffuse in tutta l’Italia centrale e meridionale.
La figura di Santa Lea ci ricorda l’importanza di vivere la fede in modo concreto, mettendo in pratica i valori evangelici dell’amore e della solidarietà. Ci invita a non chiuderci nelle nostre comodità, ma ad aprirci all’altro e a metterci al servizio dei più deboli e bisognosi.
In questo periodo di grande difficoltà per l’umanità, a causa della pandemia di COVID-19, la testimonianza di Santa Lea ci sprona a non abbassare la guardia e a non perdere mai la speranza, ma a continuare a credere nell’amore e nella bontà dell’umanità, mettendo in pratica la nostra solidarietà e il nostro sostegno per chi ne ha bisogno.