La barbabietola costituisce una variante di ortaggi tra le più diffuse ma anche tra quelle che passano più facilmente “sotto traccia” da parte dei consumatori comuni pur essendo fondamentate in numerose applicazioni alimentari, anche perchè spesso sono consumate all’interno di metdologie e pietanze.
Ne esistono infatti di varie tipologie come ad esempio le versioni concepite nello specifico per l’alimentazione animale, quelle per il consumo umano tradizionale ma anche le versioni disposte ad essere lavorate per sviluppare un alimento come lo zucchero.
Ma la barbabietola fa bene alla salute?
Conviene mangiare la barbabietola? Ecco la risposta
Conosciuta ed apprezzata fin dal periodo antico, la barbabietola viene considerata estremamente utile per la salute cardiovascolare, perchè effettivamente in grado di regolarizzare il processo ematico (che fa “funzionare” il sangue) grazie ai nitrati inorganici ed alle betalaine, che sono estremamente efficaci per ridurre la pressione sanguigna, rivelandosi estremamente importanti per gestire l’ipertensione.
Sono anche generalmente poco caloriche ed adatte quindi anche alle cosiddette diete dimagranti, mentre a fronte di un apporto medio – basso dal punto di vista glicemico, è decisamente una forma di radice da consumare anche per i diabetici e da parte di chiunque deve fare i conti con la glicemia alta.
Non mancano componenti nutritivi di livello, come un buon contenuto di fibre, vitamine (in particolare la C), potassio e folati, tutti elementi che contribuiscono a fortificare il sistema immunitario e sviluppare una buona azione antiossidante.
Discreto anche l’apporto di carboidrati che sono di tipo “buono”, al pari di quasi tutti gli ortaggi.
La buona quantità di acqua che supera i 2/3 della composizione dell’ortaggio rende la barbabietola estremamente utile in fase digestiva diuretica, anche se il consumo deve essere opportunamente attenzionato da parte di coloro che soffrono di calcoli renali ed acidità di stomaco, così come altri problemi pertinentti, in quanto può provocare problematiche peggiorative in tal senso.
Non ci sono particolari differente se consumata cruda o cotta, in quest’ultimo caso risulta essere meno digeribile ma anche meno saziante, però aumenta l’apporto di ferro in maniera considerevole.
La versione più apprezzata come condimento è la variante rossa, anche se le diverse tipologie non differiscono in modo così sostanziale.