Le orchidee possono essere considerate sicuramente delle varianti di fiori molto particolari, spesso legate a tradizionli popolari che conoscono questa forma di vegetale oramai considerata “cosmopolita” in quanto sufficientemente adattiva da essere considerata versatile, anche se nativamente non cresce così spesso in ambienti controllati. Originaria di zone del mondo dove sono presenti climi tropicali o sub tropicali, la famiglia delle Orchidacee di cui le tradizionali orchidee fanno parte necessitano di condizioni particolari a partire dal terriccio, al punto che in commercio esistono svariate forme di terriccio già pronto per queste piante.
Miglior terriccio per le orchidee: ecco quale scegliere
Ma quale scegliere per favorire la crescita di questi fiori? Le orchidee sono piante che necessitano di un compendio di nutrienti abbastanza specifico ed è importante scegliere una buona composizione così da garantire alla pianta un nutrimento adeguato non solo per vivere ma anche per permettere una adeguata fioritura.
Il terriccio ideale per le orchidee deve essere sufficientemente ricco di azoto, oltre ad essere ben drenato: questa pianta infatti privilegia l’umidità ma non tollera terreni particolarmente portati a creare ristagni d’acqua ed altre forme di condizioni che sono avverse a questa forma di vegetali.
Particolarmente importante ed utile come aggiunta per il terreno è la corteccia di abete che è semi permeabile all’acqua ma che allo stesso tempo favorisce il drenaggio e non appesantisce la struttura del terriccio, limitando al minimo lo stress per le radici.
E’ bene scegliere una corteccia “pura” perchè quelle non concepite per essere utilizzate in ambito di giardinaggio spesso contengono delle sostanze che possono essere dannose per la pianta.
Una buona alternativa è la corteccia di pino, che però deve essere utilizzata in quantità minori rispetto a quella di abete.
La corteccia impiegata va cambiata generalmente ad ogni rinvaso della pianta, quindi approssimantivamente viene considerata “esaurita” nella sua funzione dopo 2 – 3 anni.