La Philadelphia è un formaggio spalmabile, prodotto negli Stati Uniti che ormai da molti decenni è presente sulle nostre tavole. Negli anni ne sono state create tantissime varietà, ma quella base contiene latte pastorizzato, crema di latte, sale ed addensanti, come la farina di carrube o l’alginato di sodio. Una domanda che ricorre spesso è se fa male al nostro organismo. La risposta dell’esperto la riportiamo di seguito.
Valori nutrizionali
In 100 grammi di questo spalmabile sono contenute 280 calorie, e 27,5 grammi di questa quantità sono grassi, mentre 4,5 grammi sono proteine. In quantità minori sono presente carboidrati (2,7 grammi), fibre (0,1 grammi) e sale (0,75 grammi). Bisogna considerare che essendo un formaggio, non se ne dovrebbero consumare più di 30 o 40 grammi al giorno, quindi meno della metà della confezione base.
La Philadelphia fa male al nostro organismo? Ecco cosa dice l’esperto
Come la maggior parte dei formaggi, anche per la Philadelphia i danni dipendono dal consumo che se ne fa. Se consumata in modo eccessivo può causare:
- aumento dei livelli di colesterolo in quanto si può depositare nelle vene provocando scompensi cardiaci;
- aumenta la possibilità di contrarre il diabete;
- incrementa i livelli della pressione sanguigna;
- può provocare variazioni ormonali, e quindi problemi legati ad essi;
- fa aumentare di peso e per questo non dovrebbe essere consumata da chi segue una dieta dimagrante;
- può far sviluppare allergie ed intolleranze alimentare, quindi non è adatta a chi è allergico al lattosio.
Gli esperti consigliano di consumarla in modo sporadico ed in piccole quantità, questo vale anche per la versione light, perchè anche se contiene meno grassi è pur sempre un formaggio e quindi capace di provocare gli stessi problemi di quella base.
In conclusione invece di preferire la Philadelphia, è meglio virare su formaggi altri più magri, come la ricotta, i fiocchi di latte, il quark, lo stracchino e la mozzarella light.