Il biancospino è una pianta della famiglia delle Rosaceae diffusa in tutta l’Europa, nel Nord Africa, nell’Asia occidentale. Il suo habitat naturale è rappresentato dalle aree di boscaglia e tra i cespugli, in terreni prevalentemente calcarei.
E’ conosciuto anche per le sue proprietà benefiche che rendono il biancospino molto usato anche come medicinale naturale.
Il biancospino può essere seminato oppure riprodotto per talea, spieghiamo come fare in entrambi i casi.
Come coltivare il biancospino per seme
L’ideale sarebbe procurarsi delle bacche fresche di biancospino da cui estrarre il seme. Questo, per capire se è adatto ad essere seminato, va immerso in una bacinella d’acqua, se va a fondo, allora è perfetto per essere utilizzato a questo scopo.
Il seme va inserito un vaso dal diametro di 40 centimetri e deve essere coperto da terra e sabbia, mentre sul fondo di deve avere cura di mettere ghiaia (uno strato di circa 3 centimetri) e concime. Il terreno adatto al biancospino è quello calcareo. Procedere poi con una leggera innaffiatura.
Una volta piantato il seme, bisognerà avere un po’ di pazienza. Anche se è sano, infatti, crescerà lentamente. basta pensare che per arrivare al massimo della sua estensione il biancospino impiega circa 20 anni.
Coltivare per talea
La nascita di un nuovo biancospino per talea è possibile ma sicuramente non è molto semplice, la possibilità di un fallimento è infatti alta anche dopo diversi tentativi. Purtroppo difficilmente la pianta attecchisce in questo modo.
Se si vuole tentare comunque, le talee devono essere tagliate e piantate alle prime avvisaglie della primavera. I rami vanno scelti prediligendo le parti con germogli verdi della pianta di spessore leggermente inferiore ad 1 cm, ovviamente non devono essere danneggiati, congelati o particolarmente legnosi.
Si consiglia di scegliere i rami laterali da altezza media e non quelli in alto, tagliandoli in diagonale in modo tale da lasciare una lunghezza di 10-15 cm. Meglio scegliere infine rami di almeno due anni di età.