Investire in Buoni Fruttiferi Postali oggi, conviene?

 I buoni fruttiferi postali sono il più antico metodo di investimento postale italiano. Vengono emessi direttamente dalla Cassa dei depositi e prestiti italiana (un po’ come accade per i titoli di Stato) e sono pertanto estremamente sicuri, garantiti dallo Stato Italiano stesso.
I buoni fruttiferi postali, hanno realmente fatto la storia dell’Italia dei risparmiatori e sono divenuti quasi un simbolo dell’Italia stessa, risultando ad oggi uno dei prodotti di risparmio più sfruttati di tutti i tempi.

Ma investire in buoni fruttiferi postali oggi, conviene?

Sì e no, dipende.
C’è da premettere che i buoni fruttiferi postali, soprannominati per comodità “BFP“, vengono emessi sin dal lontano 1924 e che le tassazioni e i rendimenti dell’epoca erano sicuramente di gran lunga più vantaggiosi rispetto a quelli odierni.
Tuttavia, il buono fruttifero postale resta una delle metodologie di risparmio più diffuse su tutto il territorio nazionale e senza ombra di dubbio una delle più sicure, poiché garantito dallo Stato in persona.
Non c’è rischio che il denaro investito subisca dei deprezzamenti e pertanto si tratta di investimenti volti al guadagno o comunque (male che vada) al mantenimento del capitale, intatto, al pari di quanto si è versato.
Si tratta di investimenti che assicurano la restituzione intera del capitale in qualsiasi momento, su richiesta, più eventuali interessi fruttati in corso d’opera -che verranno restituiti in un secondo momento in caso di riscossione anticipata – al netto degli oneri gestionali di natura fiscale, ovvero delle imposte di bollo.

Costi Buoni Fruttiferi Postali

I buoni fruttiferi postali sono infatti assolutamente gratuiti, non richiedono spese per l’apertura né per la gestione sia che vengano sottoscritti presso un qualsiasi ufficio postale sia che vengano sottoscritti online; richiedono soltanto il pagamento -che è ovvio per qualsiasi prodotto di risparmio bancario così come postale- degli oneri fiscali dovuti allo Stato, ovvero dell’imposta di bollo annuale. L’imposta di bollo viene trattenuta direttamente dagli interessi fruttati e pertanto non è a carico diretto del contribuente, che non dovrà preoccuparsi di alcun tipo di spesa per tutto il tempo in cui il buono fruttifero resterà attivo.

I buoni fruttiferi postali possono essere suddivisi sostanzialmente in quattro grandi sotto categorie:

 

  1. – buoni fruttiferi ordinari;
  2. – buoni fruttiferi dedicati ai minori;
  3. – buoni fruttiferi a 2 anni di garanzia;
  4. – buoni fruttiferi non più sottoscrivibili.

 

Buoni fruttiferi ordinari

Della prima categoria fanno parte i buoni fruttiferi postali sottoscrivibili in qualunque momento da chiunque, persona fisica e non. I buoni fruttiferi ordinari hanno un tasso di rendimento alto e crescente, che aumenta quindi con il passare degli anni di sottoscrizione del buono stesso. Possono essere riscossi in qualsiasi momento e non richiedono cifre di investimento minimo elevate, le quote investibili per iniziare partono davvero dal minimo fiscale. I tassi di rendimento vanno da un minimo lordo al netto degli oneri fiscali dello 0,01% (che matura già dopo un anno e 6 mesi dalla sottoscrizione) ad un massimo dello 0,32%, quota che matura dal ventesimo anno di sottoscrizione in poi. In caso si decida di riscuotere anticipatamente il buono, l’intera cifra investita viene restituita nell’immediato mentre gli interessi maturati verranno resi al contribuente dopo un anno esatto.

Buoni fruttiferi per minorenni

I buoni fruttiferi dedicati ai minori sono invece la scelta ideale per chiunque voglia fare un regalo a un minorenne (che abbia un’età compresa tra 0 e 16 anni e mezzo) e sono sottoscrivibili da chiunque abbia invece raggiunto la maggiore età.
Si tratta quindi di un vero e proprio “regalo” che viene fatto da persona (maggiorenne) a persona (minorenne) senza che tra le due intercorra necessariamente un rapporto di parentela. Gli interessi dei buoni fruttiferi postali di questo tipo maturano fino al raggiungimento del diciottesimo anno di età dell’intestatario, che soltanto al raggiungimento di tale traguardo anagrafico potrà prendere pieno possesso del buono e decidere se reinvestirlo in nuove azioni oppure riscuoterlo.
Rivolgendosi al giudice tutelare è possibile richiedere la riscossione anticipata anche di questa tipologia di buono fruttifero: verrà restituito il 100% della cifra iniziale investita e gli interessi maturati verranno resi trascorsi 18 mesi dalla richiesta.
I BFP per Minori hanno un rendimento fisso e costante e arrivano a fruttare fino allo 0,50% al raggiungimento del 18esimo anno di età dell’intestatario, una soluzione realmente vantaggiosa considerata l’assenza di costi gestionali. Anche in questo, non vi sono costi di gestione né di apertura ma soltanto imposte di bollo fiscali, che vengono trattenute direttamente dagli interessi maturati e che non sono quindi un problema “diretto” del contribuente.

Buoni fruttiferi postali a 2 anni

I buoni fruttiferi postali a 2 anni di garanzia sono invece una soluzione attuabile nell’immediato per chiunque abbia in scadenza un altro prodotto postale e voglia reinvestire il proprio denaro tra il 1° Ottobre 2016 e il 28 Febbraio 2017. Si tratta di investimenti brevi e ad alto rendimento.
I soldi non potranno essere riscossi prima dei due anni dalla sottoscrizione del buono ma avranno un rendimento estremamente elevato, con tassi dello 0,40% netto. Ovviamente, anche in questo caso zero costi di apertura e di gestione con l’unico impegno del pagamento (incluso nel rendimento netto) delle imposte di bollo annuali.

Buoni Postali non più sottoscrivibili

I buoni non più sottoscrivibili sono tutti quei BFP appartenenti a vecchie offerte di Poste Italiane che non possono essere più sottoscritti ma per i quali valgono ancora le clausole specificate al momento della sottoscrizione, consultabili in qualsiasi momento e a uso e discrezione del richiedente, che potrà scegliere di mantenere i vecchi buoni attivi (qual’ora ritenuti convenienti) oppure estinguerli e sottoscriverne di nuovi, secondo le tassazioni e i rendimenti attuali.

Meglio i buoni postali dematerializzati o cartacei?

Possono essere cartacei o dematerializzati e la differenza è praticamente nulla. I buoni cartacei hanno le sembianze di un assegno e vanno conservati con cura e presentati al momento della riscossione mentre quelli dematerializzati non “esistono” fisicamente ma possono essere collegati a un conto corrente o a un libretto postale, così che in caso di riscossione i soldi non vengano ricevuti in contanti ma vengano girati direttamente sul conto corrente o sul libretto dell’intestatario del buono, in maniera pratica, rapida e sicura.

Conclusioni

Investire in buoni fruttiferi postali oggi conviene in caso si voglia mantenere un risparmio sicuro e garantito, senza troppe velleità di guadagno visto il loro rendimento che in questo periodo storico è particolarmente basso, ma comunque in linea con altri tipi di strumenti finanziari simili quali le obbligazioni di Stato o i conti deposito; sicuri  perché si tratta di investimenti garantiti e atti al guadagno o comunque alla restituzione in pari del capitale, mai alla perdita dello stesso.
I buoni fruttiferi postali possono essere sottoscritti presso un qualunque ufficio di Poste Italiane oppure, nel caso dei BFP ordinari, anche online, tramite il pratico modulo presente sul sito web ufficiale delle Poste.
Fonte : http://finanza.economia-italia.com/

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